FESTA DI SAN GIUSEPPE
Quella che per molti è solo il giorno della Festa del Papà, in Sicilia è molto di più, è un momento speciale che coinvolge intere comunità e riporta alla luce tradizioni secolari: la Festa di San Giuseppe, un mix di fede e tradizione a cui si aggiungono, come sempre, le bontà della nostra cucina, ricordando in particolar modo lo “Sfincione di San Giuseppe”. Una delle manifestazioni popolari legate al sentimento religioso era il cosiddetto “Immitu a San Giuseppe”. Chi prometteva l’invito sceglieva come prima cosa tre persone che dovevano rappresentare la Sacra Famiglia, dando la preferenza ai poveri. La cena, preparata alla vigilia, esprime l’accoglienza alla famiglia bisognosa e stanca che bussa alla porta. L‘invito esprime un’esigenza fondamentale dell’uomo: la condivisione con tutti e il desiderio di sentirsi famiglia e fratelli, esprimendo così il valore cristiano dell’amore. Gli si offrono 101 pietanze preparate e offerte con ingredienti basati esclusivamente sull’uso di verdure tradizionali, uova, farina ma anche erbe selvatiche, senza nessun tipo di carne. Tutto ciò avveniva dinanzi ad un altare imbandito di preziosi tessuti, foglie di alloro e mirto, decorati con i tipici pani dalle svariate forme, in segno di abbondanza, e con arance, limoni e fiori, a profumare l’aria.
E come ogni anno, nel giorno antecedente il 19 Marzo, si rinnova l’antica tradizione della “Luminaria di San Giuseppe”, più famosa con il nome di “Vampata”. Ciò consiste nella predisposizione di grandi cataste di legna alle quali si dà fuoco. Una tradizione che si pone a metà tra sacro e profano, in quanto anticipa la celebrazione per la giornata dedicata al Santo, ma anche la fine dell’inverno, intesa anche come prima festa di primavera, che coincide con l’equinozio. Il rituale ha origini pagane: l’uso del fuoco, infatti, dovrebbe rappresentare una forma di purificazione, utilizzata nel mondo contadino. Così si accoglie la primavera e si decreta la fine dell’austero inverno, bruciando il residuo del raccolto dei campi. Oggi il significato è diventato prettamente religioso: è l’auspicio che San Giuseppe, Padre della Provvidenza, apporti prosperità e abbondanza in ogni tempo.
CIAO VITO
Son stati giorni molto tristi per la comunità valdericina. Ci lascia una grande persona, un grande lavoratore, un grande marito e padre. Un uomo che ha costruito il suo lavoro portando avanti i valori ereditati dal padre e che ha fortemente voluto trasferirli ai figli di cui andava fiero. Un uomo sempre disponibile, l’amico di tutti, colui che ha amato la sua Valderice, e a sua volta amato dalla comunità.
Noi, Pro Loco Valderice, non finiremo mai di ringraziarti per ogni volta che abbiamo bussato alla tua porta e ci hai sempre aperto. Un grande affetto ti legava al Molino Excelsior, ove tuo padre ha mosso i suoi primi passi e di questo sentivamo una grande responsabilità. Ti sei spento a causa di una tragica fatalità per cercare di ottemperare alla richiesta di farina che molti panificatori e supermercati stavano chiedendo in questo momento particolare della vita.
Riposa in pace. Ci uniamo al dolore e al cordoglio di tutta la famiglia.
Proverbio del mese
BON TEMPO E MALU TEMPO NUN DURANU TUTTU U TEMPO. / BEL TEMPO E MAL TEMPO NON DURANO TUTTO IL TEMPO.
DIARIO DI UNA PANDEMIA
Ogni giorno ci troviamo a fare i conti con le statistiche, ormai drastiche, che questo terribile mostro mette alle strette. In una continua emergenza che mai nessuno avrebbe immaginato di vivere, una vera e propria pandemia che ha costretto a bloccare, chiudere e annullare tutto, a stare tutti in quarantena, ove la paura diventa reale e le giornate sembrano tutte uguali. Il mondo sembra fermarsi e l’economia andare a picco, ma emergono quegli “eroi” che in maniera straordinaria lavorano per salvaguardare salute e vita di ognuno di noi, e far sì che tutto proceda secondo le normative vigenti.
I social straripano di video, slogan, immagini, flash mob con cui la gente cerca di farsi coraggio. I balconi prendono vita allo scoccar delle 18:00 con strumenti musicali, colonne sonore e balli, ma anche in silenzio o con un lungo applauso in memoria di chi lotta e per chi non ce l’ha fatta e non può più ritornare. Numerose le iniziative solidali che cercano di regalare speranza restando uniti seppur distanti. A tal proposito la Pro Loco Valderice ha abbracciato, in un primo momento, l’iniziativa “Andrà tutto bene”, coinvolgendo grandi e piccini, con l’obiettivo di colorare e render più vivo questo triste momento, fuori e dentro di noi, esponendo non solo sui social ma anche fuori dalle proprie abitazioni il loro disegno o lenzuolo raffigurante un arcobaleno.
L’altra splendida iniziativa “Scorci di una quarantena” messa in atto dalle attuali volontarie del SCU, invita chiunque, costretto a rimanere a casa, a condividere un panorama, un vicolo e uno scorcio del proprio paese, affinché si esalti la bellezza del proprio territorio con un semplice click, nella speranza di rimanere uniti ma distanti e che tutto possa passare in fretta. In un istante questo virus ha stravolto le nostre quotidianità, mostrandoci però quanto questa situazione servirà a non dar più niente scontato, piuttosto a capire che la normalità è il regalo più grande che ci sia, ad insegnare nonostante tutto la forza della vita. Come cita un professore di pedagogia si impara ad affrontare le difficoltà impreviste, a rinunciare alla libertà dei movimenti e delle relazioni amicali per il bene comune; si apprezzano le piccole cose a cui prima non si dava il giusto peso, si riscopre il piacere di mangiare tutti insieme, di leggere e scrivere volando con la fantasia, di cimentarsi in cucina, di passar più tempo in famiglia. Si sperimenta che i cellulari e le altre tecnologie fanno sentire meno soli, a comunicare con gli amici e i familiari vicini e lontani, a esprimere i nostri sentimenti e a volerci più bene. Si impara il valore dell’attesa e della speranza, a capire che l’umanità è un’unica grande famiglia che soffre e spera, al di là dei confini geografici. E’ attraverso la vicinanza del proprio paese, la reciprocità, il rispetto e la responsabilità condivisa, che si impara la dipendenza delle proprie azioni e capire che da esse non derivano solo le proprie, ma di tutti quelli che ci circondano. Ci insegna che cambiare tutto è possibile, sta a noi cogliere, in questo momento buio, questo fascio di luce. Con ciò finiremo sui futuri libri di storia, pertanto Riflettiamo, Resistiamo, Rispettiamoci e tutto finirà al più presto. Vogliamoci più bene e ricordiamoci quel che siamo!
LETTERA DI UN’INFERMIERA VALDERICINA di Alessia Messina
Non siamo eroi. Siamo infermieri. Siamo quei piccoli esserini, spesso spaesati, che nelle corsie dell’ospedale chiamate: “signorina?! ragazzo?!”.Siamo Professionisti. E siamo quei professionisti, e qui la minuscola è d’obbligo, cui chiedete incessantemente di sostituire la vostra indipendenza fisica. Siamo Professionisti. E siamo proprio quei Professionisti che vi accompagnano, stringendo forte le Vostre mani, lungo il cammino che vi permette di fugare la paura. Siamo Professionisti. Ma siamo anche Uomini e Donne. Siamo Figli, Mogli, Mariti, Padri e Madri. E sì, qualcuno di noi ha anche la fortuna di essere Nonno o Nonna. Indossiamo la Divisa non appena arriviamo in Ospedale, cedendo il passo alla nostra natura da Infermieri. E magicamente non siamo più Uomini e Donne, ma diventiamo quei Professionisti che, abbandonate tutte le preoccupazioni da Uomini e Donne, si fanno carico di ognuna delle vostre preoccupazioni. Non siamo Eroi. O forse lo siamo, inconsapevolmente. Siamo Eroi, forse, perché, nonostante percepiamo uno stipendio che neanche lontanamente risponde alle responsabilità che sentiamo, singolarmente, sulle spalle, continuiamo a lavorare, abbracciando una Missione che abbiamo scelto. Siamo Professionisti, dunque. Ma non lo siamo solo oggi. Non occorre che ve ne ricordiate oggi; non solo oggi perché i social e i media vi mostrano le nostre facce distrutte. Non siamo mai stati quei Professionisti che dormono la notte, anziché lavorare. Non siamo mai stati quei Professionisti che preferiscono poltrire sorseggiando un caffè. Siamo sempre stati Professionisti. I Professionisti che vedete oggi. Siamo sempre stati pronti a sentire ogni vostro singolo bisogno, ogni vostra singola paura. Siamo sempre stati Strumento per l’esercizio del Sacro e Santo Diritto alla Salute. E camminiamo sempre per strada, indossando sorrisi stanchi e occhi troppo sciupati dal sonno perduto. Ma lo facciamo con Amore. Ogni giorno. Non solo oggi. Non solo oggi che occorre lottare Insieme per estirpare un male che ci combatte con armi impari. Ci siamo e ci saremo. Ci siamo, nonostante il “Mamma perché non dormi con me stanotte?”. Ci siamo nonostante il giorno di Natale vorremo solo festeggiare con i nostri cari e invece siamo chiamati ad alleviare, seppur in parvenza, le vostre sofferenze. Ci siamo, nonostante il forte senso di impotenza che proviamo quando il destino vince sul nostro impegno e vi porta via.Ci siamo e ci sono i nostri sentimenti. Perché non siete solo il numero di una stanza o un farmaco da somministrare. Non dimenticate mai, proprio in memoria do quello che stiamo vivendo, degli Uomini e delle Donne che in realtà si muovono sotto a quelle Divise che sono l’unica cosa che vedete. Ci siamo. Ci saremo. Siamo pronti, per Voi e per l’Umanità intera. Ma fate in modo di esserci, domani. Non appena l’attenzione mediatica avrà calato il sipario. Ricordate le nostre facce distrutte e le nostre mani, letteralmente masticate dai disinfettanti. Ricordate che siamo Uomini e Donne, come voi. E non dimenticate mai che siamo Professionisti.
SFINCIONE DI SAN GIUSEPPE
PROCEDIMENTO: In un tegame sciogliere lo strutto e il sale insieme all’acqua e portare a bollore. Poco alla volta aggiungere la farina setacciata, mescolando continuamente affinché il composto si stacchi dalle pareti del tegame. Lasciare intiepidire e incorporare un uovo intero per volta fino a ottenere un composto cremoso. Infine, aggiungere il bicarbonato e lavorare la pasta per qualche altro minuto. Cuocere 3-4 cucchiaiate di composto per volta in abbondante strutto caldo a 165°C rigirandoli di tanto in tanto fino a farle gonfiare e dorare bene (10-20 minuti). Quindi riporle su carta assorbente in modo che perdano l’olio in eccesso. Farcirle con crema di ricotta e guarnire con granella di pistacchi, una ciliegia e una scorzetta di arancia candita, servire con una spolverata di zucchero a velo.
Di Francesca Licata, Volontaria S.C.U. 2020-2021
Progetto “Itinerari tra passato e presente“
Profilo dell'Autore
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L’ ”Associazione turistica Pro Loco Città di Valderice “ nasce il 06 Novembre 1995, nell’omonimo Comune di Valderice, con l’obiettivo di porsi da tramite non solo per la promozione del territorio ma anche per tramandare tutte quelle tradizioni che contraddistinguono il nostro Paese. ulteriore elemento caratteristico della Pro Loco Valderice è il volontariato, in quanto ciascuno dei soci associati a tale Associazione presta a titolo gratuito e volontario il proprio servizio.
L’ “Associazione turistica Pro Loco Valderice” crea in prima linea eventi e manifestazioni volti a richiamare l’utenza nel nostro territorio, rispondendo alla più disparate esigenze dell’utenza stessa.
Tra le attività organizzate dalla Pro Loco occorre annoverare delle presentazioni di libri, delle giornate di beneficenza organizzate in collaborazione con Associazioni come Unicef o Telethon e per ultimo il concerto del primo Maggio per dare rilevanza a un argomento importantissimo come la Politica del Lavoro.